
Pergotende, pergole bioclimatiche e tettoie: quali sono le differenze
Quando si allestisce un’area esterna, la prima cosa a cui si pensa è la copertura o schermatura. Quest’ultima è fondamentale per dare maggior comfort al proprio spazio esterno.
Prima di scegliere una copertura per allestire un dehor, tuttavia, dobbiamo avere chiaro in che posizione andrà collocata e quali sono i regolamenti in materia di edilizia che vigono nel proprio Comune di appartenenza.
Questo permette di effettuare una scelta corretta e di evitare di incorrere in spiacevoli sanzioni. Vediamo anzitutto quali sono le funzioni di una buona copertura per esterni:
- deve essere proporzionata all’ambiente;
- deve essere conforme ai regolamenti edilizi;
- deve consentire protezione adeguata dagli agenti atmosferici.
Quando occorrono permessi per installare una copertura esterna per il terrazzo o il giardino?
Che si tratti di un gazebo, di una tettoria, di una pergola bioclimatica o di qualsiasi altro manufatto che vogliamo installare sul nostro terrazzo o sul nostro giardino, il prodotto deve essere conforme ai piani regolatori depositati presso il proprio Comune di appartenenza.
Se la struttura si contraddistingue per la amovibilità ed è infissa stabilmente al suolo, come nel caso di una tettoia con le tegole, oppure di un gazebo realizzato in muratura, allora in questi casi ci troviamo di fronte a delle costruzioni che richiedono un permesso a costruire.
Nel caso in cui la struttura non si caratterizzi per la fissità, come nel caso di pergolati e pergotende, allora questi tipi di manufatti vengono assimilati all’arredo giardino è non vi è la necessità di richiedere permessi specifici. Tuttavia, per maggiori informazioni è sempre meglio rivolgersi all’Ufficio Tecnico del proprio Comune di appartenenza.
Il perimetro: la gestione dei sistemi di chiusura
Sia la pergotenda che la pergola bioclimatica possono essere completate con schermature solari e zanzariere, che hanno solitamente il carattere della mobilità. Possono essere aperte e chiuse all’occorrenza tramite sistemi automatizzati. Altro discorso merita invece la chiusura con vetri a pacchetto.
In questi casi si sente parlare spesso di serre bioclimatiche. Pur essendo una struttura che garantisce efficienza energetica, questo tipo di manufatto rispetto alla pergotenda aperta su almeno tre lati potrebbe necessitare della richiesta di un permesso specifico.
La questione, infatti, dal punto di vista giuridico riguarda l’aumento di volumetria dell’appartamento o della casa che si otterrebbe con una struttura completamente chiusa.
E’ altresì vero, per esempio, che in alcune località turistiche, e in particolar modo per le strutture ricettive come bar e ristoranti, non vi è bisogno di alcun permesso per dotare il proprio locale di una struttura come una pergola bioclimatica con chiusura a vetro, ma basterebbe una semplice SCIA. Proprio perché non c’è una normativa unitaria su tutto il territorio nazionale, è opportuno richiedere assistenza per evitare di incorrere in un eventuale abuso.
Se invece abbiamo una pergotenda con telo apribile, la chiusura con vetro a pacchetto potrebbe rientrare in quegli interventi contrassegnati come Libera Edilizia purché siano completamente apribili, come dimostrato da una sentenza emessa dal Consiglio di Stato nell’ottobre del 2019.
Differenze tra tettoia, pergotenda e pergola bioclimatica
La tettoia è una manufatto che richiede un permesso a costruire per la sua realizzazione, in quanto è una struttura stabile e fatta per durare.
La pergotenda e la pergola bioclimatica condividono il fatto di essere due strutture che possono essere montate e smontate senza che sia prevista la demolizione. La differenza sostanziale è invece riscontrata nel tetto. Se da un lato entrambi i prodotti hanno una copertura apribile, dall’altro alcune amministrazioni comunali tendono ad assimilare la pergola bioclimatica a una tettoia, soprattutto se viene chiusa da tutti i lati con un sistema di vetri.
Ciò invece non riguarda la pergotenda, che rappresenta a tutti gli effetti un arredo per giardino, per cui non richiederebbe alcun permesso di installazione, quanto la semplice comunicazione di una CILA, per inviare al Comune nota dello svolgimento dei lavori di installazione: questo si verifica soprattutto nei luoghi dove vigono delle normative edilizie più stringenti.
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